«Papà, stanno arrivando!
Li sentiamo sulla via, sono arrabbiati e sembrano in tanti. La mamma dice di stare giù e zitte, io ho perfino paura che sentano il rumore del lapis sulla carta! Rumore di vetri rotti e lamenti di paura. Ho paura anch’io. Scusami la calligrafia brutta, ma è buio e tremo per il freddo. Non lo so, dove ci porteranno. Spero che troverai questo biglietto. La mamma piange sotto voce e tiene gli occhi chiusi forte.
Si avvicinano.
Un bacio d’infinito amore, papà. Chissà se un giorno ci rivedremo!
Ti lascio le chiavi al solito posto.
Libera»
Corto ma incisivo. :)
RispondiElimina:)
RispondiEliminaE' un'immagine che mi è venuta in mente davanti a quel mazzo di chiavi...Chissà da quanto tempo è appeso lì.
Ti piace pensare alla storia delle cose, un po' come in Mattoni rossi. :)
RispondiEliminaÈ una foto tua quindi?
Sì, la foto è mia.
RispondiEliminaE sì, mi perdo a pensare alla storia delle cose e delle case...non sai quanto darei per poter esplorare le case disabitate! :)
ma forse il bello è immaginarle le cose, ed accettare che ciò che successo non potremo saperlo mai... un saluto a ottimista che con piacere ritrovo anche qui
RispondiEliminaP.S. ovviamente un saluto anche a lulu, che devo dire in fatto di film ha gusti molto più raffinati dei miei...
eheh...benvenuto.
RispondiEliminatorna quando vuoi!
p.p.s.: vogliamo parlare del monologo finale di Spencer Tracy in "Guess who's coming to dinner?" ??
:D